Rodilegno rosso e giallo e sesia.
di Daniele · Pubblicato · Aggiornato
Rodilegno rosso e giallo
(Cossus cossus e Zeuzera pyrina)
Il rodilegno rosso è una farfalla la cui larva attacca quasi tutte le latifoglie, fra cui le piante da frutto con una certa preferenza per melo e pero, ciliegio, mirtillo. L’adulto, che ha ali di color grigio-rossiccio e dimensioni notevoli, compare nei mesi di giugno e luglio. La femmina depone alcune centinaia di uova, a gruppi di 40-50, nei recessi della corteccia, solitamente vicino al colletto della pianta. Dopo 15-20 giorni nascono le piccole larve, che scavano una nicchia sotto la corteccia ove restano tutte assieme, riparate dai rigori invernali. Poco prima dell’inizio della primavera successiva le larve superstiti, di colore rossastro, scavano profonde gallerie, giungendo fino al midollo della pianta ed espellendo, attraverso il foro di entrata, gli escrementi misti al materiale di rosura. Questo permette di identificare abbastanza facilmente il punto di attacco e la presenza del bruco. La larva trascorre un secondo inverno nelle gallerie e, all’inizio della primavera del terzo anno, si avvicina alla corteccia ove pratica un foro, che subito chiude con fibre legnose miste ad escrementi. Dopo essersi così procurata la via d’uscita, la larva, matura e molto grossa (8-9 cm), si incrisalida; sfarfallerà attraverso l’apertura predisposta dopo 25-30 giorni. All’insetto, quindi, per compiere una generazione occorrono circa due anni. Il rodielgno preferisce le piante da frutto già indebolite per altre cause, ma a volte attacca anche piante giovani in pieno rigoglio vegetativo. I danni arrecati possono essere di una certa gravità in quanto le gallerie scavate dalle larve impediscono la circolazione della linfa e rendono fragili le branche, che tendono così a spezzarsi sotto il peso dei frutti e della neve. Un altro lepidottero dannoso al melo ed al pero è il rodilegno giallo (zeuzera pyrina), il cui adulto ha le ali (6-7 cm di apertura) bianche, macchiate di nero. La larva, più piccola di quella del C. cossus e di colore giallo limone, scava gallerie nei rami delle piante da frutto, recando danni gravi soprattutto agli individui giovani. Il suo ciclo biologico è simile a quello del rodilegno rosso.
Lotta
Nelle zone infestate del rodilegno rosso e quando si rilevi la presenza di larvette sotto la corteccia, dalla metà di giugno effettuare trattamenti localizzati alla parte basale del tronco con bacillus thuringiensis. Gli interventi saranno due o tre distanziati 15-20 giorni l’uno dall’altro. Contro il rodilegno giallo intervenire alla comparsa dei getti colpiti con uno degli insetticidi indicati per il rodilegno rosso. Dato il lungo periodo di sfarfallamento degli adulti, ripetere, se necessario, due o tre volte il trattamento ad intervalli di una decina di giorni. Le larve mature di entrambi i fitofagi, quando le gallerie hanno uno sviluppo poco tortuoso, possono essere raggiunte mediante un filo di ferro uncinato. Inoltre, si può introdurre nei fori d’entrata dei batuffoli di ovatta imbevuti di sostanze i cui vapori siano venefici per le larve (solfuro di carbonio, benzina, petrolio). I fori devono poi essere chiusi con terra argillosa o con mastice. Utile applicazione, una volta definita la tecnica, potranno avere le trappole a feromoni per la cattura di massa dei maschi, il loro posizionamento e preferibile, prima che avvenga lo sfarfallamento, cioè per la fine di Aprile, posizionarne 3-4 a ettaro per il monitoraggio e 10-15 a ettaro per la cattura massale.
Sesie
(Synanthedon typhiaeformis e S. myopaeformis)
Questi lepidotteri caratteristici per le ali quasi completamente prive di squame, vivono a spese del melo e del pero e qualche volta, soprattutto il secondo, anche dell’albicocco. Gli adulti sfarfallano fra maggio e luglio ed ogni femmina, dopo l’accoppiamento, depone circa 200 uova nelle anfrattuosità della corteccia. Le larve che nascono si addentrano nel tronco e nei rami, scavando gallerie, che impediscono alla linfa di circolare regolarmente. A maturità, dopo aver preparato il foro d’uscita, le larve si incrisalidano in un bozzolo sericeo dove rimarranno fino alla primavera successiva. Oltre al rigonfiamento della corteccia un segno tipico della presenza di questi lepidotteri è la fuoriuscita di un liquido rossastro dal legno danneggiato.
Lotta
La lotta chimica non sarà più trattata a noi, utilizzeremo soltanto prodotti biologici.