L’olivo albero della vita
di Daniele · Pubblicato · Aggiornato
Le origini dell’ulivo non sono ben definite, ma si ritiene che la pianta risalga ad oltre 6000 anni fa. In Europa ha iniziato la sua diffusione ai tempi di Babilonesi e Fenici ed ha raggiunto il massimo prestigio con Greci e Romani.
Fin dai tempi antichi l’olio risulta essere simbolo di spiritualità e sacralità, la pianta invece è da sempre simbolo di forza e purificazione. Le testimonianze sull’uso dell’olio d’oliva risalgono al 4000 A.C in India, Palestina e Armenia.
Sono state ritrovati degli orci con rimanenze d’olio che risalgono ai tempi dei babbilonesi.Nel 2500 A.c Hammurabi regolò la produzione e il commercio dell’olio, ma la coltivazione fù diffusa nel mediterraneo dai Greci e successivamente dai Romani i quali utilizzavano l’olio come forma di tributo.
Per migliaia di anni, questa straordinaria pianta ha fornito cibo, luce e calore. L’olivo è stato coltivato nell’area del Mediterraneo per più di 3000 anni, una tempo incredibile da immaginare, ma che l’olivo stesso riesce a raggiungere. Grazie alla sua capacità di rigenerare tronco e radici, è considerata la pianta più longeva del pianeta. Queste meravigliose piante centenarie sono in grado di crescere nuovamente attorno all’olivo originario. Col passare degli anni, il tronco tende ad incavarsi poiché la pianta madre muore e si decompone col tempo. Se vuoi saperne di più su questa coltura, ti invito a leggere l’articolo qui di seguito.
L’olivo non tollera il freddo, ma è notevolmente resistente alle alte temperature e alle lunghe stagioni secche. Nell’area del Mediterraneo, queste piante possono affrontare persino 5 mesi di siccità. Durante questi periodi, le foglie si chiudono e circa la metà di esse cadono, mentre i frutti appassiscono. Questo accade perché la pianta conserva tutta l’acqua possibile e riduce le superfici che potrebbero perderla. Tuttavia, al primo segnale di pioggia, la pianta reagisce immediatamente: le foglie perse vengono ripristinate e i frutti ricrescono.
Le annate piovose possono avere un impatto negativo sulla resa delle olive, e ciò può verificarsi per due ragioni principali:
- L’eccessiva quantità di acqua nel terreno può causare problemi allo sviluppo dei frutti e può portare potenzialmente alla perdita del 50% della produzione.
- le annate piovose possono rendere le piante più propense all’attacco di molti parassiti.
L’olivo è una pianta sempreverde e il suo ciclo di crescita si estende lungo tutto l’anno. Nell’area Mediterranea, con l’arrivo dell’inverno, i germogli iniziano ad allungarsi in preparazione della formazione dei boccioli fiorali. Successivamente, nel mese di aprile, i boccioli cominciano a schiudersi e i fiori sbocciano. La fioritura prosegue in modo graduale fino a maggio.
Le fioriture dell’olivo di solito sono ricche e copiose, ma al termine di questo periodo, si osservano solamente pochi frutti rimasti sulle piante. Un vecchio detto popolare recita: “Per ottenere una buona produzione, è necessario che ci siano sette olive in ogni palmo di mano.”
A settembre l’oliva è nella fase dell’invaiatura e, in base alle temperature, la maturazione può anticiparsi o posticiparsi. In annate normali la raccolta incomincia a ottobre, in zone con temperature più fredde la raccolta slitta fino a dicembre.
La produzione in un uliveto coltivato con tecnica tradizionale si aggira intorno a diciotto litri di olio per 100kg di olive e nel periodo di dicembre può arrivare anche a 25-30lt.
La raccolta delle olive oggi avviene meccanicamente, anticipando la cascola. Vengono molite in giornata e vengono pressate con macchine ad elevato numero di giri.
Prima, per effettuare la raccolta, la separazione dalle foglie e tutto il resto del processo per produrre l’olio passavano giorni, mentre ora bastano poche ore.
Fino a venti anni fa la produzione dell’olio veniva fatta “come facevano gli antichi”. Le olive venivano colte a mano da terra solo dopo la caduta, ossia quando il frutto era totalmente maturo. Le olive venivano macinate sotto ruote di granito, successivamente la pasta ottenuta si spalmava su filtri di filato naturale e poi veniva spremuta a freddo da torchi che, inizialmente, venivano attivati con il movimento degli asini o con dei mulini ad acqua e successivamente si passò alla corrente elettrica.
Il liquido di colore viola che si otteneva veniva fatto decantare in apposite vasche. Durante la decantazione, essendo che l’olio d’oliva ha una densità minore rispetto all’acqua, quest’ultima rimaneva in basso e l’olio saliva in superfice. Una volta a galla, l’olio si separava dall’acqua e si conservava, lontano da luce e da fonti di calore, in contenitori di terracotta.
Posso garantirvi che il profumo ed il sapore di quell’olio era tutta un’altra cosa rispetto ad oggi! Sarebbe bello poter tornare nel passato, dove tutto era fatto con più calma, dove momenti come la raccolta delle olive non erano visti solo come un momento di lavoro, ma anche come un momento per riunirsi e per apprezzare quello che queste bellissime piante donavano.
Scopri di più sull'olio d'oliva
L’olivo è una pianta presente in tutto l’areale mediterraneo, la sua diffusione è stata così ampia per via dell’olio prodotto...
Sulla mosca dell’olivo ho fatto un articolo a parte in cui ne parlo ed in cui vi spiego i metodi biologici per contrastarla.
La brusca dell’olivo è una patologia parassitaria causata dal fungo Sticris Panizzei, appartenente alla famiglia delle Stictibacee. I sintomi si presentano verso la fine dell’autunno con disseccamenti fogliari di colore bruno-cenere, inizialmente compaiono solo sulla zona apicale o marginale delle foglie per poi diffondersi su tutto l’organo causandone la caduta precoce e dunque un calo della produzione.
Durante la stagione autunnale il fungo penetra negli stomi invadendo i tessuti fogliari e producendo i picnidi che producono a loro volta picnoconidi unicellulari, essi rappresentano il vero orano di diffusione della pianta. Gli attacchi si evidenziano in annate in cui le temperature medie sono più alte del solito ed incontrano un’umidità atmosferica relativamente alta.
Difficilmente la brusca interessa interi impianti di olivo, la sua diffusione, infatti, si limita in piccole aree con danni di lieve entità. Tuttavia, per impedirne lo sviluppo, si consiglia di trattare le piante con prodotti rameici, efficaci contro le malattie di origine fungina.
Abies CU
Concime fogliare con rame complessato con LSA micro + granuli idrosolubili.
Consentito in agricoltura biologica.
Laminex
Concime organico azotato estratto liquido di alghe del genere laminaria.
Consentito in agricoltura biologica.
Ferticus 380
Ferticus 380 è un concime fogliare a base di ossicloruro di rame. Consentito in agricoltura biologica.
Il suo nome scientifico è “Prays Olea”, è un lepidottero appartenente alla famiglia delle Praydidae.
Attaccano principalmente l’olivo e l’olivastro ma si sono riscontrati attacchi anche sui gelsomini, sulle filliree e sui ligustri.
Questo insetto è pericoloso quasi quanto la mosca dell’olivo, il loro attacco provoca la caduta prematura dei frutti ed una conseguente diminuzione della produzione.
Gli studiosi affermano che la pericolosità di questo insetto sia limitato solo a determinate annate.
Questa specie è diffusa in tutta l’area che va dal Mar Nero al Nordafrica fino al mar mediterraneo.
L’insetto è una farfalla di colore grigio con un’apertura alare di circa 15mm (i maschi sono più piccoli)
Le larve di questi insetti hanno comportamenti differenti, questo è determinato dalla generazione.
Le generazioni sono principalmente 3:
- Autunno-Primavera: attaccano le foglie;
- Primaverile: attaccano i fiori;
- Estiva: attaccano i semi dell’olivo.
Si presume però che attacchino principalmente le foglie. Questo è stato confermato dal fatto che anche in annate con scarsa produzione le larve primaverili ed estive si nutrono di foglie.
Turi L
L’occhio di pavone o Cicloconio è una delle malattie più diffuse sugli olivi, è causato da un fungo patogeno che prende il nome di “Spilocea-deaginea”. Colpisce principalmente l’olivo dell’area italiana e può arrecare gravi danni alla produzione.
Come si presenta
Questo fungo colpisce principalmente le foglie, provoca macchie rotonde di un marrone scuro con bordi giallastri (da qui il nome occhio di pavone).
Danni
Principalmente si presentano nella parte bassa della pianta, se questa non viene curata vi è il rischio di recare danni alla pianta, la quale potrebbe non riuscire più a sintetizzare i nutrienti. In alcuni casi, anche se rari, il fungo può estendersi anche ai rami ed ai frutti, i quali presenteranno delle piccole macchie scure. Se l’infezione diventasse grave si potrebbe arrivare alla perdita della maggior parte della produzione.
Ciclo della malattia
Si sviluppa da autunno fino sino alla primavera, rallenta nel periodo estivo e negli inverni meno rigidi. Si ha una netta stasi quando gli inverni sono molto freddi. Si presenta principalmente a temperature tra i 10 ed i 24°C.
Cause
- Eccessiva pioggia, nebbia, rugiada;
- Posizione dell’uliveto in posti poco ventilati.
Fattori che ne favoriscono lo sviluppo
- Impianti fitti;
- Potatura assente o eseguita male;
- Troppa irrigazione;
- Troppo azoto;
- Troppa umidità.
Difesa
È consigliato l’utilizzo di prodotti a base di rame, come i seguenti.
Ferticus 40M
Ferticus 40 M - concime a base di rame e microelementi.
Consentito in agricoltura biologica.
Glopper
Glopper 1lt Rame complessato al 5,5%
Consentito in agricoltura biologica.
Il cancro dell’olivo (anche chiamato “rogna” oppure “tubercolosi dell’olivo”) è un patogeno di natura batterica che attacca rami, gemme e foglie degli olivi.
Come si presenta
La rogna dell’olivo è un batterio patogeno che penetra nei tessuti vegetali attraverso le ferite della pianta.
Una volta insediatosi stimola le cellule a produrre una eccessiva quantità di fitormoni che portano alla formazione di escrescenze atipiche iperplastiche sui rami, sulle branche e sul tronco delle piante.
Le escrescenze causate dal cancro hanno bordi irregolari e sono soggette a continua evoluzione. I tumori o cancri vegetali nella fase iniziale sono neoformazioni di colore grigio – verdastre, dalle dimensioni di pochi millimetri di diametro e che, col passare del tempo, si accrescono e pian piano diventano di color marroncino chiaro.
Anche la consistenza delle proliferazioni subisce una trasformazione, da gommose e lisce diventano dure e rugose. In seguito compiono screpolature e ferite profonde che predispongono i rami e le branche attaccate all’azione di parassiti vari (per esempio la tignola), malattie e l’azione distruttrice degli agenti atmosferici.
Cause
La rogna viene causata dagli agenti atmosferici (gelo, forti venti, grandinate), anche la bacchiatura manuale effettuata mediante l’uso di pertiche durante il periodo della raccolta delle olive può esserne la causa.
Danni alla pianta
Le piante attaccate dalla rogna si indeboliscono, i nuovi germogli appassiscono, la fotosintesi si riduce e di conseguenza la produzione diminuisce.
Lotta
Il cancro, quando è già manifestato, è una malattia resistente e difficile da debellare quindi la migliore cura, in questo caso, è la prevenzione.
Le misure preventive contro il cancro rameale dell’olivo sono le seguenti:
- Trattamenti a base di rame, l’anticrittogamico a contatto per eccellenza, da effettuare dopo inverni particolarmente rigidi e dopo eventuali grandinate;
- Evitare di provocare ferite ai rami durante la bacchiatura delle olive;
- In caso di attacco è indispensabile effettuare la potatura dei rami infettati avendo l’accortezza di disinfettare gli attrezzi con alcool o prodotti specifici denaturati prima e dopo l’uso.
Le cocciniglie sono piccoli insetti appartenenti all’ordine dei Rincoti, muniti di un apparato boccale con il quale sono in grado di attaccare ogni parte della pianta ospite. Le cocciniglie hanno a loro protezione uno “scudetto” o “follicolo” che esse fabbricano emettendo particolari sostanze cerose.
Danni
I danni che provocano sono derivati dalla sottrazione di linfa, dall’iniezione di saliva che, essendo tossica, provoca alterazioni nei tessuti vegetali e dall’apertura di ferite che costituiscono poi facili vie d’accesso per vari patogeni.
Lotta
Per combattere questo patogeno in maniera biologica bisogna usare klozer miscelato con il sapone molle, le dosi d’impiego di questi due prodotti puoi trovarle sul nostro shop cliccando le immagini in basso.
Sapone molle
Sapone molle per orticoli e frutticoli BIO LT 1 corroborante, azione bagnante adesivante.
Consentito in agricoltura biologica.
Klozer
In miscelazione con sapone molle può contrastare la cocciniglia.
Consentito in agricoltura biologica.