Melo (Malus domestica)

Il melo (Malus domestica) è una pianta arborea da frutto appartenente alla famiglia delle rosacee e al gruppo delle pomacee, della quale è una delle colture da frutto più diffuse.

La pianta si presenta come un piccolo albero di 3-10 metri di altezza, dalla chioma espansa e apparato radicale superficiale.

Le foglie sono alterne e semplici, a lamina ovale, di 5-12 centimetri di lunghezza e 3–6 cm di larghezza. Il picciolo è lungo 2–5 cm.

I fiori sono ermafroditi di colore bianco-rosato esternamente e bianco internamente, con la corolla composta da 5 petali. Sono riuniti in infiorescenze a corimbo, in numero di 3-7. La fioritura si svolge in primavera, simultaneamente al germogliamento. L’impollinazione è entomofila, ovvero tramite insetti quali api ed api selvatiche.

Il frutto, la mela comune, si forma per accrescimento del ricettacolo fiorale insieme all’ovario ed è perciò un falso frutto dalla forma globosa, solitamente di 5–9 cm di diametro, prima verde e a maturazione, estivo-autunnale, con colore variabile dal giallo-verde al rosso. Il frutto vero è derivato dall’accrescimento dell’ovario ed è costituito dal torsolo, di consistenza più coriacea rispetto alla polpa.

COLTIVAZIONE DEL MELO

Astoni di melo

Il melo, essendo una delle colture da frutto più diffuse, si adatta ad una vasta varietà di terreni ma predilige quelli profondi, ben drenati e non eccessivamente calcarei. Il franco di coltivazione deve essere superiore a 40 cm, è una pianta che resiste molto bene al freddo, talvolta anche a temperature di -25°C, ma risulta sensibile alle gelate tardive, che possono causare seri danni alla produzione.

Le condizioni ideali sono un clima fresco, un terreno ricco di humus, situato ad un’altitudine di 600-1000 metri sul livello del mare. Il melo è una coltura che teme ristagni idrici e siccità.

Essendo una pianta autoincompatibile, si ricorre all’innesto come metodo di propagazione per moltiplicare gli esemplari che esprimono meglio le caratteristiche di una certa varietà. La messa a dimora deve essere eseguita tra ottobre e marzo, è preferibile scegliere la fine dell’inverno, evitando così gelate e piogge stagionali che possono rendere il terreno incoltivabile. Il sesto d’impianto varia in base alla forma d’allevamento scelta e alle dimensioni della pianta, in genere si sceglie di collocare gli astoni ad una distanza di 4X4 metri.

AVVERSITA’ E RIMEDI

Il melo è colpito da diverse malattie fungine, le più diffuse sono: ticchiolatura, oidio e cancri. Per contrastare tali patologie si tratta la pianta con rame, esempi di prodotti consentiti in agricoltura biologica a base di questo elemento sono: Ferticus 380, Abies Cu. Un altro prodotto efficace contro le malattie fungine è il Cynoyl Z.

Licheni su pianta

Questa coltura richiede spesso trattamenti a legno, oltre a quelli fogliari e del terreno, specialmente nel caso sia attaccata da muschi e licheni che, nonostante non rappresentino una vera e propria minaccia per la salute della pianta, ostacolano gli scambi tra l’organismo e l’esterno limitando la produzione. Si sceglie di trattare con ferro, in particolar modo, con solfato ferroso e rinverdente.

Tra le principali avversità entomologiche troviamo: cocciniglia, afidi, carpocapsa (Cydia Polmonella), rodilegno giallo (Zeuzera Pyrina). Nella lotta biologica si consiglia lecitina di soia e Beauveria Bassiana nel caso della cocciniglia. Le micorrize sono un ottimo rimedio anche nel caso degli afidi. Vi sono apposite trappole a feromoni per il controllo di Zeuzera Pyrina e Cydia, per contrastare quest’ultima si ricorre inoltre al Bacillus Thuringiensis. Il melo può essere attaccato anche da Pavonia maggiore, che non riporta danni significativi.


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Vincenzo Martino Pio Morinelli

Diplomato in agraria, abita ad Ascea, appassionato di agricoltura biologica, prodotti tipici del Cilento e metodi di difesa delle colture.

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