Crisomelidi

Di recente, ho avvistato alcune invasioni degli insetti raffigurati in foto, nella zona del basso Cilento, su piante di pistacchio, carrube, feijoa e leccio. Dopo diverse ricerche e sondaggi in internet per scoprire di che insetto si trattasse, dato che in questa zona è praticamente sconosciuto, abbiamo riscontrato diverse similitudini morfologiche con la crociera del giglio e i meloidi, successivamente, osservando le specie entomologiche che attaccano il pistacchio, è stata riscontrata una somiglianza tra il coleottero sconosciuto e la Clitra del salice, la tesi è argomentata dal fatto che i danni causati dai parassiti sono praticamente gli stessi, infatti questi, divorano le foglie fino a lasciarne solo le nervature centrali, causando gravi scompensi alla salute della pianta e alla produzione.

Il dato certo è che tutti gli insetti trattati vengono raggruppati nella famiglia dei crisomelidi che appartengono all’ordine dei coleotteri e comprendono circa 35000 specie. Sia allo stato larvale che da adulti si nutrono di foglie o

Crisomelidi su trappola

altri tessuti ricchi di clorofilla e, come anticipato, risultano pericolosi per lo sviluppo delle piante ospiti. Dopo aver posizionato una trappola cromotropica gialla su una delle piante infestate, che è risultata efficace nonostante non abbia fermato del tutto l’invasione indesiderata, abbiamo eseguito trattamenti sperimentali con bauveria bassiana e lecanicillum, quest’ultima sembra essere la soluzione giusta per contrastare le colonie di crisomelidi.

Rimedi

Vincenzo Martino Pio Morinelli

Diplomato in agraria, abita ad Ascea, appassionato di agricoltura biologica, prodotti tipici del Cilento e metodi di difesa delle colture.

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