Pero
Il pero (Pyrus communis) è un frutto amato per il suo sapore dolce e succoso, ma offre anche numerosi vantaggi per la salute.
Ricco di vitamine, fibre e antiossidanti, il pero può contribuire a una dieta equilibrata e promuovere il benessere generale. Le pere sono una buona fonte di vitamina C, che sostiene il sistema immunitario, e di fibre alimentari che favoriscono la digestione. Contengono anche antiossidanti che combattono lo stress ossidativo nel corpo.
Malattie e patogeni che colpiscono il pero
Maculatura bruna del pero
La maculatura bruna è provocata da un fungo, lo Stemphylium vesicariun, che sverna come pseudotecio sulle parti infette (forma sessuata Pleospora sp.). In primavera, verso il mese di aprile, esso inizia la sua attività in condizioni di elevata umidità, colpendo soprattutto le piante deboli e clorotiche. Maggiormente recettive le varietà di pero Abate Fetel, Conference, General Leclerc, Decana del Comizio, Passa Crassana, Kaiser. La malattia colpisce tutte le parti verdi della pianta: foglie, frutti, rametti erbacei e si manifesta inizialmente con piccole macchie circolari necrotiche sulle foglie, che si allargano col tempo sino ad interessare porzioni più o meno estese della lamina: questa, a stagione inoltrata, può anche disseccare interamente. Più tardivamente, generalmente in giugno, le macchie necrotiche si formano sulla parte più soleggiata dei frutti; leggermente depresse, circondate da un alone rossastro, dapprima puntiformi si ingrandiscono successivamente interessando anche la polpa sottostante, più o meno in profondità, che marcisce.
Lotta
Evitare innanzitutto gli impianti troppo fitti e gli inerbimenti eccessivi che possono creare un ambiente umido, favorevole alla diffusione del male. I trattamenti specifici devono iniziare dopo la caduta dei petali e proseguire sino alla raccolta con cadenza settimanale usando uno dei seguenti prodotti:
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Pavonia maggiore o Saturnia del pero (Saturnia pyri)
Ecco a voi un esemplare di Saturnia pyri, conosciuta come Pavonia maggiore o Saturnia del Pero. Proprio da come possiamo capire dal nome, si tratta di un lepidottero che si sviluppa sulle pomacee, ovvero il pero ma anche melo e cotogno, inoltre è possibile avvistarlo su altre colture come albicocco e susino, passando per nocciolo, vite, olivo e perfino su fragola. E’ tra le più grandi falene europee, infatti le femmine adulte possono avere un’apertura alare di 15-17 cm, mentre il maschio, più piccolo, di 9 cm, quest’ultimo si differenzia dalla femmina per la presenza di antenne pettinate. La farfalla adulta ha le ali di color bruno-rossastro con bordi sfumati grigio-nocciola. La larva, inizialmente di colore nero, può raggiungere i 10-11 cm di lunghezza e sarà caratterizzata dal colore verde-giallastro e dalla presenza di sei tubercoli azzurri per ogni segmento del corpo.
Tra giugno e agosto la larva raggiunge la massima età e tesse un grosso bozzolo sericeo piriforme di colore marrone, può trascorrere uno o più inverni in questo stato per poi sfarfallare in primavera nei mesi di aprile-giugno. L’adulto non è in grado di nutrirsi, infatti ha a disposizione poche ore o giorni per riprodursi, le femmine possono deporre da 200 a 500 uova ma perderà tutte le energie a disposizione, a differenza del maschio che può riprodursi più volte.
L’esemplare adulto è attratto dalla luce di fari e lampioni. I danni alle colture sono causati dalle larve che si nutrono di foglie e gemme, tuttavia sono di limitato interesse, infatti non vi sono trappole specifiche sul mercato.
Bruciore della foglia del pero
Durante i mesi più caldi può accadere che, improvvisamente, le foglie del pero imbruniscano, dissecchino, si accartoccino ed assumano una posizione eretta sui rami. L’alterazione non colpisce di solito l’intero frutteto, ma si limita a determinate zone di esso, preferendo in genere le piante più giovani.
Lotta
Questa malattia caratteristica della varietà di pero William, ma anche Kaiser, Passa Crassana, Conference ed altre è dovuta all’eccessiva traspirazione conseguente ad attacchi di ragno rosso in coincidenza di forte insolazione. In tali condizioni difatti vi è da parte delle foglie un forte richiamo di acqua che le radici spesso non sono in grado di soddisfare. Per evitare questa alterazione occorre intervenire con acaricidi verso la fine del mese di giugno, naturalmente se si rileva la presenza di acari.
Ruggine del pero
(f. sessuata Gymnosporangium sabinae; f. ecidica Roestelia cancellata)
Questa malattia è data da un fungo eteroico, il quale alterna il suo ciclo fra il pero ed il ginepro. I primi sintomi si manifestano in primavera sulle foglie del pero dove si formano, sulla pagina superiore, delle tacche color rosso-arancione, entro le quali si notano delle pustole nere, che sono i picnidi, organi di fruttificazione del micete. Successivamente, sulla lamina inferiore, in corrispondenza delle tacche suddette, si formano delle escrescenze che sono altre forme di fruttificazione del parassita, dette ecidi, che producono una polvere rossastra formata dalle ecidiospore. Queste si possono sviluppare anche sui giovani rami, all’interno di screpolature, provocate dal fungo stesso. Le ecidiospore vanno poi ad infettare il ginepro, sul quale si forma una ruggine le cui spore, portate dal vento torneranno ad infettare il pero.
Lotta
Può essere combattuta con dodina.
E’ necessario estirpare i ginepri dai dintorni del frutteto per interrompere il ciclo della malattia.
Septoriosi del pero
(f. sessuata Mycospherella sentina; f. asessuata Septoria piricola)
La septoriosi è una malattia crittogamica che colpisce le foglie ed, eccezionalmente, i frutti del pero. Le foglie attaccate presentano delle tacche grigiastre contornate da un bordo scuro e disseminate di puntini neri che non sono altro che gli organi fruttificazione del fungo. Questi, a maturazione, vengono dispersi dalle pioggie e dal vento, diffondendo così la micosi. Le ascospore si formano al sopraggiungere dell’inverno e consentono la conservazione del parassita da un anno all’altro. La virulenza del micete dipende da vari fattori, fra cui la piovosità, soprattutto in primavera-estate e la cultivar; i danni sono comunque generalmente limitati. Esiste anche una septoriodi del melo provocata dal fungo Sphaeropsis malorum.
Lotta
I trattamenti primaverili-estivi si effettuano con uno dei prodotti seguenti:
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