Olio d’oliva
di Daniele · Pubblicato · Aggiornato
Cenni storici
Le origini dell’ulivo non sono ben definite, ma si ritiene che la pianta risalga ad oltre 6000 anni fa. In Europa ha iniziato la sua diffusione ai tempi di Babilonesi e Fenici ed ha raggiunto il massimo prestigio con Greci e Romani…Scopri di più
L’olivo è una pianta presente in tutto l’areale mediterraneo, la
Funzionamento dei frantoi del 1700
I frantoi del 1700 erano costituiti da: Macino, pressa e vasche di decantazione Il macino era costituito da una pietra scolpita a forma di ruota dal diametro di 100\120cm larga 10\50cm. La pietra era incernierata su un asse di legno che veniva fatto ruotare su una base di pietra a forma di piatto, dove questa girando schiacciava le olive poste su di esso, fino a formare una pasta che prende il nome di sansa. Nel macino venivo versate circa 120gr di olive le quali venivano misurate con un contenitore di metallo chiamato mezzo tomolo che equivale a circa 20kg di olive, due contenitori formano un tomolo, in dialetto cilentano “nu tummeno”.
La ruota veniva azionata o da asini o a mano. La pasta creatasi dallo giramento della ruota si disponeva verso l’esterno, questa veniva riposta nuovamente sotto la ruota attraverso una pala. Questo processo prende il nome di “gromolatura”. Quando la sansa aveva raggiunto la consistenza voluta grazie all’esperienza del trappitaro (frantoiano) veniva posta nei fiscoli
Questi erano costituiti da un disco fatto di fibra naturale, ricavata dall’ ampelodesmo (scopri di più ..clicca qui), Il fiscolo era fatto tipo di una sacca dove si inseriva la pasta. Questi venivano impalati su una pietra scanalata circolare, le scanalature servivano per convogliare il liquido che usciva dalla successiva schiacciatura dei fiscoli.
La pressa era costituita da una trave di legno lunga 8-10mt con un diametro di 50-60cm e con un peso tra i 50-60ql. Con un sistema di leve e attraverso una vite senza fine questa trave veniva alzata, venivano posizionati i fiscoli sotto di essa e veniva nuovamente abbassata così da pressare la pasta facendo fuoriuscire un liquido che altro non era che un liquido composto da acqua e olio di oliva.
Successivamente l’olio e l’acqua si raccoglievano in un tino nel quale avveniva la decantazione: processo attraverso il quale l’olio saliva a galla separandosi così dall’acqua. Successivamente veniva raccolto con un mestolo e messo negli orci di terracotta. Infine l’olio ottenuto veniva diviso tra proprietario terriero e contadino. Solitamente il latifondista otteneva i 2\3 e il contadino 1\3
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Funzionamento frantoio inizio '900
Il principio è simile ai frantoi visti in precedenza, la differenza la troviamo nell’utilizzo dei macchinari più complessi. Il macino fu ingrandito utilizzando due ruote, inoltra veniva azionato dall’acqua come nei mulini.
La pressa fu costruita in metalli, con sistemi a vite e a cricchetto. I fiscoli venivano separati da piastre in metallo così da uniformare la pressione. Furono inoltre aggiunte le vasche di decantazione continue, queste utilizzavano il sistema dei vasi comunicanti
Sezione vasche di decantazione
Successivamente la miscela veniva fatta decantare in delle vasche realizzate con il sistema dei vasi comunicanti. Questo permetteva all’olio di rimanere nella prima vasca e all’acqua di fuoriuscire dal foro inferiore.
Infine l’olio veniva raccolto e conservato in contenitori di terracotta, chiamati orci.
La pasta di olive esauste prende il nome di sansa, questa viene separata dai noccioli. Quest’ultimi vengono utilizzati per produrre del combustibile mentre, dal resto si estrae altro olio in uno stabilimento chiamato sansificio. L’ultimo scarto viene utilizzato come fertilizzante.
Frantoio moderni
I frantoi moderni funzionano più o meno allo stesso modo, l’unica differenza è che la molazza è stata sostituita dalla gramola, la quale schiaccia le olive con un sistema centrifugo. Successivamente vengono compresse e la sansa viene divisa dall’olio, quest’ultimo viene conservato in appositi contenitori in acciaio inox.
Tipologia di olio di oliva
- Olio extra vergine di oliva: È l’olio di oliva di qualità superiore, ottenuto dalla spremitura a freddo delle olive. Ha un sapore fruttato e un colore verde intenso. Acidità max: ≤ 0.8
- Olio di oliva vergine: È ottenuto dalla spremitura a freddo delle olive, ma ha un sapore meno intenso rispetto all’olio extra vergine di oliva. Acidità compresa tra 0.8 e 2
- Olio di oliva lampante: È un olio di bassa qualità, ottenuto dalla spremitura a caldo delle olive e successivamente raffinato. Ha un sapore meno intenso rispetto agli oli vergini e un colore giallo pallido. Acidità maggiore di 2
- Olio di sansa di oliva: È ottenuto dalla lavorazione della sansa, ovvero la polpa rimasta dopo la spremitura delle olive per l’estrazione dell’olio. Ha un sapore meno intenso rispetto agli oli vergini e un colore giallo pallido.
Curiosità:
L’oliva nera ha un gusto più forte dell’oliva verde e possiede proprietà: antimicrobiche, antivirali e blandamente lassative.
Viene utilizzata per:
- Insufficienza fegato e della cistifelea
- Stitichezza
- Iperacidità
- Malattie pelle
- Stimola secrezione della bile
In caso di pelle secca e fragile consiglio di applicare su viso, ogni giorno mattino e sera, con i polpastrelli delle dita, un velo di olio d’oliva bio. Successivamente asciuga leggermente con un’asciugamano di cotone senza risciacquare.
L’articolo è molto istruttivo e ha contribuito ad aumentare le mie conoscenze. Complimenti
La ringraziamo davvero tanto per i complimenti e per aver commentato! 🍃
Interessante, ne ero già a conoscenza, per l’interesse della spremitura a freddo a differenza della maggior parte dei frantoi che spremono generando calore dovuto ai vari passaggi di lavorazione.
Salve, la ringrazio per aver commentato il mio articolo.
Bravo Daniele,sei molto preparato sull’argomento..
Grazie mille Alfio 🍃
Articolo molto interessante.
La ringrazio davvero molto
Molto interessante|
Grazie mille!